La Marroneta tradizionale
Le asprezze e i dirupi della montagna non intimoriscono la capacità di adattamento dell’albero del castagno, che con le sue possenti radici abbraccia le rupi e trae alimento dal suolo. Le radure e i pianori curati offrono spazio e respiro ai giganti secolari, trasformandosi in giardini incantati dove le ombre del fogliame giocano con il sottobosco a creare atmosfere di fiaba.
Un bosco incontaminato
Un luogo incontaminato, tra l’agricolo e il forestale, tra la valle e la vetta delle montagne, dove da secoli e secoli nascono, vivono e muoiono i castagneti da frutto. I nostri castagneti da frutto sono biologici da sempre, non hanno mai subito alcuna contaminazione
La marroneta che costituisce il fondo agricolo de La Fenice è situata nel comune di Vicchio, nella Valle del Mugello, in quella terra vicina a Firenze che fu culla del Rinascimento.
Conserviamo boschi di castagno ad alta quota, spontanei e innestati dall’abile mano dell’uomo, dove lo strido di una poiana nel cielo echeggia nel silenzio circostante.
La marroneta tradizionale
I nostri castagneti da frutto sono boschi innestati dal sapere ancestrale di generazioni di agricoltori, che nel lungo corso dei secoli hanno selezionato i migliori frutti.
La marroneta tradizionale si distingue dai moderni frutteti con filari razionali e meccanizzati per la sua natura spontanea e incontaminata. Boschi, con pendii scoscesi, rocce sontuose e sorgenti cristalline, sgorgano da una terra generosa e incontaminata.
Caratteristica peculiare del castagno è la capacità rigenerativa: vecchissimi alberi a volte con il tronco reso cavo dal tempo o bruciato da un fulmine, mostrano verdi fronde rigogliose; teneri alberi appena innestati si affiancano a tronchi robusti; i rigogliosi polloni che ogni anno spuntano dal pedale devono essere estirpati per canalizzare l’energia verso l’alto, ma le minuscole piantine appena nate da un marrone abbandonato vengono salvaguardate con cura perché promessa di sviluppo futuro.
Attenzione costante
La presenza umana si avverte nell'attenzione costante alla manutenzione dei luoghi, ma non meno palpabile è quella degli animali del bosco: canti d’uccelli, stridere di cicale, richiami di caprioli e cerbiatti, tracce di cervi e il rapido mostrarsi di una volpe parlano della ricchezza di vita che abita la marroneta… per non dire dei frutti del sottobosco e delle straordinarie sorprese dei funghi!
I lavori nella Marroneta
La caduta dei marroni non è un evento “miracoloso” e richiede costante impegno durante tutto l’anno.
C’è chi pensa che il lavoro nella marroneta si riduca alla raccolta, quando nel mese d’ottobre il bosco si anima per la presenza delle squadre di raccoglitori. Sicuramente questo è il periodo di maggiore attività, quando dalle prime luci del giorno al tramonto il bosco vive un’animazione straordinaria; ma la caduta dei marroni non è un evento “miracoloso” e richiede costante impegno durante tutto l’anno.
Il lavoro del marronaio
Le piante hanno bisogno di cure e attenzioni continue, l’occhio vigile del marronaio (castanicoltore) deve riconoscere le caratteristiche identitarie di ogni castagno: quello più giovane che ha bisogno di una protezione dalle corna dei caprioli e quello più vecchio che chiede di essere potato e concimato per recuperare energia e vigore.
Al risveglio primaverile deve osservare se la chioma va ripulita da rami selvatici, che mettono le foglie prima degli altri; ma soprattutto deve individuare dove intervenire con gli innesti per introdurre nuovi esemplari che tra qualche anno potranno produrre frutti e sostituire quelli che ormai hanno finito il loro ciclo vitale, a volta dopo lunghissimi secoli di vita, a volte per un evento imprevisto come un fulmine o una malattia.
La ripresa vegetativa risveglia anche i polloni selvatici che nascono dal pedale o sul tronco e che vanno estirpati per non sottrarre linfa alla crescita dei frutti. Il tempo dell’attesa della maturazione passa nei lavori di sistemazione del terreno di raccolta: si raccolgono eventuali residui delle potature, si “sterpa” con il decespugliatore tutto quello che è cresciuto sotto gli alberi, si ripuliscono i fossi dalle foglie e dai ricci, si rastrella quello che è rimasto dall'anno precedente e dalla sterpatura, o più volentieri lo si lascia decomporre a terra perché si rigeneri in quella sostanza organica così necessaria per la vita nel bosco.
Manutenzione della montagna
Ci sono poi i lavori di manutenzione delle strade di montagna, che richiedono un’attività ordinaria per quanto riguarda la ripulitura e la tenuta del fondo stradale, con una particolare attenzione al fluire delle acque.Non mancano infine le attività collaterali, che vanno dal taglio e la sistemazione della legna, alla raccolta dei frutti di bosco e dei funghi.
I prodotti della Marroneta
Prodotti principe universalmente noti sono sicuramente marroni e derivati (marroni secchi e farina).
Anche i pregi e le qualità del legno di castagno sono conosciute per le differenti possibili utilizzazioni: legna da ardere, pali per uso agricolo, lamelle per cesteria, per botti, nell'edilizia e per mobili d’arredamento.
Il miele di castagno
Per le sue caratteristiche peculiari il miele di castagno è il più indicato tra i numerosi tipi di miele in tutti i casi di cattiva circolazione del sangue, è consigliato alle persone anemiche, a chi soffre di affaticamento e di astenia e a chi si propone di riguadagnare peso.
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Il legno di castagno
Il legno di castagno ha un aspetto estetico decisamente piacevole e, dal punto di vista pratico, dura molto a lungo, per merito dei tannini presenti. Lo si può trovare, tra l’altro, in casette di legno, portici, pensiline, box auto, gazebo e in tutte le altre strutture destinate a stare all'aria aperta: il legno di castagno, infatti, resiste senza problemi agli agenti esterni.
Risorsa di energia
Diretto derivato del legno era una volta il carbone, prodotto nelle carbonaie attraverso un lento processo di combustione. Oggi non si produce più carbone, ma il potenziale di biomassa che la marroneta offre appare sempre più come una risorsa interessante per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Anche se non utilizzati per produrre energia gli scarti della marroneta possono essere utilizzati per fornire un ottimo compost, che risulta particolarmente indicato per le piante acidofile, così come il terriccio raccolto ai piedi dei vecchi alberi, specie se con i tronchi in decomposizione.
I fiori di castagno
I fiori del castagno offrono un aroma particolare e inconfondibile al miele prodotto in marroneta, un miele di carattere, che più che come dolcificante è perfetto come insaporitore o aromatizzante (da provare con il pane tostato imburrato, con la ricotta, con i formaggi stagionati!).
I funghi
Non possono poi essere dimenticati i funghi, che trovano nelle marronete un habitat particolarmente favorevole al loro sviluppo, in particolare dei porcini e degli ovuli buoni.
Il turismo
È infine una risorsa da valorizzare quella costituita dal turismo: è indubbia infatti l’attrattiva che può esercitare la conoscenza ravvicinata di uno degli ambienti più spettacolari del nostro territorio e della nostra cultura.
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